Si trattava di un atto con evidenti finalità politiche basato sulla presunta tutela della salute pubblica – si vietava infatti l’ingresso nel Comune a migranti sprovvisti di certificato sanitario – ma in realtà senza concrete motivazioni che lo suffragassero. Per questo, in primis, era stato segnalato anche all’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri).














